Giro d’Italia 2019, Top/Flop del giorno

La nostra rubrica che, tra il serio ed il faceto, traccia il bilancio della giornata appena conclusasi al Giro d’Italia 2019.

TOP

Richard Carapaz (Movistar): L’ecuadoriano vive una giornata magica, che lo lancia in vetta alla classifica generale. Tappa e Maglia Rosa, con quasi due minuti rifilati a Roglic e compagnia. In salita sembra essere quello più brillante e già verso il Lago Serrù lo aveva dimostrato: con lui non si può più scherzare, le sue quotazioni in ottica vittoria finale sono più alte che mai .

Damiano Caruso (Bahrain-Merida): Nibali ha trovato nel corregionale una pedina che, alla lunga, potrebbe diventare determinante. La performance di oggi è stata sopra ogni più rosea aspettativa: dopo essere stato in fuga, è stato riassorbito e da quel momento ha praticamente trainato il gruppo dei big fino all’arrivo. Se alla vigilia del Giro si diceva che la Bahrain non avesse una squadra adatta a supportare un candidato alla Maglia Rosa è perché non avevano fatto i conti con questo Caruso.

Joe Dombrowski (EF Education First): Quando meno te lo aspetti, l’americano si ricorda di essere stato uno dei più grandi talenti emergenti del ciclismo mondiale. Oggi arriva con il gruppo dei migliori, tenendo sempre il ritmo di Simon Yates, e tirando fuori dal cilindro una delle migliori prestazioni da quando è professionista. La EF sta dando carta bianca a lui, Kangert e Carthy, ma Dombrowski sembra essere l’unico in crescita di condizione. Attualmente 15° in generale, ha l’occasione di regalarsi un bel risultato.

FLOP

Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin): Il russo passa dalle stelle alle stalle. In una giornata ha vanificato quanto di buono aveva fatto ieri, con la vittoria di tappa e il secondo posto in classifica generale che sono già un lontano ricordo. Probabilmente ha pagato le fatiche del giorno precedente, ma i 7’20” persi da Carapaz compromettono seriamente le sue velleità di podio.

Miguel Angel Lopez (Astana): Oggi era una buona occasione per guadagnare qualche secondo e invece il colombiano si ritrova con un pugno di mosche in mano. I suoi attacchi sono sempre telefonati e poco convinti, il che lascia intendere che forse anche la condizione fisica non è quella dei giorni migliori. Sta spendendo tanto, ma finora i risultati sono quasi nulli.

Bauke Mollema (Trek-Segafredo): Anche lui come Zakarin paga gli sforzi verso il Lago Serrù e cede quattro minuti. Passano gli anni ma l’olandese non sembra mai essere in grado di fare quel salto che gli permetterebbe di lottare per le zone alte della classifica generale di un Grande Giro. Sempre generoso, dovrà decidere se lottare per un piazzamento a ridosso dei dieci oppure concentrarsi su una vittoria di tappa.

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